Da ragazzo, ha frequentato il Liceo Adolfo Pansini del quartiere del Vomero di Napoli, diplomandosi con 51/60.
Dopo la laurea in Giurisprudenza (con la votazione di 110/110 e lode), ha intrapreso nel 1995 - come il padre, il nonno e il bisnonno, che fu a suo tempo oggetto di un attentato per aver perseguitato il malaffare nei primi anni dell'Unità d'Italia - la carriera di magistrato.
Dal 1998 al 2002 ha operato come Uditore Giudiziario presso la Procura della Repubblica di Napoli per poi passare come Sostituto Procuratore della Repubblica al Tribunale di Catanzaro.
Nel 2009 lascia la magistratura e si candida alle elezioni del Parlamento europeo come indipendente nell'Italia dei Valori.
Eletto europarlamentare viene anche designato in data 20 luglio 2009 presidente della commissione del Parlamento Europeo preposta al controllo del bilancio comunitario.
InchiesteL'inchiesta Poseidone
È un'indagine lanciata nel maggio 2005 per un presunto uso illecito di denaro pubblico legato agli aiuti comunitari per 200 milioni di euro.
Associazione a delinquere finalizzata alla truffa è il reato ipotizzato dalla Procura di Catanzaro nei confronti del generale della guardia di finanza Walter Cretella-Lombardo, consigliere del vicepresidente dell'Unione europea e commissario europeo alla Giustizia, Franco Frattini. La Procura calabrese ha fatto perquisire l'abitazione romana dell'alto ufficiale ed il suo ufficio ad Ostia e sequestrato computer, cd rom e documentazione cartacea.
Le perquisizioni sono iniziate in seguito al ritrovamento a casa di uno degli indagati, Giovambattista Papello, ex subcommissario per l'emergenza ambientale della Regione Calabria, di un biglietto da visita dell'ufficiale, sul quale era scritto a mano il suo numero del telefono cellulare.
A Papello furono trovate, tra l'altro, alcune intercettazioni illegali di colloqui telefonici, risalenti al novembre 2004, dell'ex presidente dell'ANAS, Vincenzo Pozzi, con il segretario dei Democratici di Sinistra, Piero Fassino, e con Pietro Folena. Tra i materiali gli investigatori trovarono anche il biglietto da visita del generale Cretella-Lombardo, che comanda la Scuola di polizia tributaria delle Fiamme gialle con sede ad Ostia, e all'epoca comandava il secondo reparto della guardia di finanza addetto alla collaborazione internazionale e all'interscambio con le polizie di altri paesi. L'inchiesta Poseidon riguarda una serie di presunti illeciti nella gestione dei finanziamenti destinati alla depurazione.
Tra gli altri sono indagati il segretario dell'UDC, Lorenzo Cesa, in qualità di socio di una società che avrebbe ricevuto un finanziamento per realizzare nel cosentino uno stabilimento per la produzione di dvd, realizzato soltanto in parte, nel quale non sarebbe mai stata avviata la produzione; l'ex presidente della Giunta regionale della Calabria, Giuseppe Chiaravalloti, attuale vicepresidente dell'istituto Garante per la privacy, l'ex assessore regionale all'Ambiente, Domenico Basile, uno degli uomini di punta di Alleanza Nazionale in Calabria.
Le indagini condotte dai carabinieri ruotano attorno alla destinazione ed all'utilizzo di duecento milioni di euro ed hanno preso spunto dalla relazione del 2004 della sezione regionale di controllo della Corte dei conti. ---------------------- L'OLAF, l'agenzia antifrode dell'Unione europea, ha contestato un reato di frode comunitaria a Papello, Cesa e Fabio Schettini, già segretario dell'ex ministro di Forza Italia Franco Frattini, poi commissario europeo, oggi Ministro degli Affari Esteri. L'inchiesta è stata tolta a de Magistris dal procuratore Mariano Lombardi per irregolarità procedurali. --------------------------- L'inchiesta SbPL'inchiesta verte su contributi europei chiesti per l'avvio di una attività imprenditoriale in Calabria che avrebbe dovuto creare occupazione per 40 persone. Nell'inchiesta risulta indagato anche il segretario dell'UDC Lorenzo Cesa. ------------------------------------ L'inchiesta Why not .
L’inchiesta, chiamata Why Not dal nome di una società di lavoro interinale la cui attività rappresenta uno dei filoni principali dell’indagine, ha registrato un momento di svolta il 18 giugno 2007 quando il pm de Magistris ha fatto eseguire dai carabinieri 26 perquisizioni nei confronti di altrettanti indagati.
Tra loro anche Pietro Scarpellini, consulente "non pagato", come precisò all’epoca Palazzo Chigi, della Presidenza del Consiglio. Nell’inchiesta risultano indagati, inoltre, Luigi Bisignani, consulente della Ilte spa, ed il senatore Giancarlo Pittelli, di Forza Italia.
Un ruolo centrale nella vicenda sarebbe stato svolto dall’imprenditore Antonio Saladino, allora presidente della Compagnia delle Opere della Calabria.
L’inchiesta ruota attorno anche a presunti contatti tra Saladino e l’allora presidente della Commissione Europea Romano Prodi.
Contatti successivamente smentiti dalle inchieste.
Negli atti dell’inchiesta figurano anche alcune intercettazioni telefoniche riguardanti colloqui tra il ministro della Giustizia Clemente Mastella, la cui posizione è stata successivamente archiviata per insussistenza dei fatti, e l’imprenditore Antonio Saladino.
Da notare che Clemente Mastella aveva chiesto precedentemente il trasferimento di de Magistris e il CSM ha rimandato il trasferimento a dicembre 2007.
Alla fine sia de Magistris che i suoi collaboratori sono stati rimossi dall’inchiesta.
La vicenda ha creato un grave conflitto senza precedenti tra le Procure di Salerno e Catanzaro, creando un caso nazionale che ha fatto intervenire anche il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.
Il pm de Magistris e il ministro Mastella, per motivi opposti, sono stati entrambi oggetto di minacce. ---------- --------------- Altri indagati nell’inchiesta sono il generale Paolo Poletti, capo di Stato Maggiore della Guardia di Finanza, Nicola Adamo (Ds), in quella fase vicepresidente della Regione Calabria, Mario Pirillo (ex-Margherita, poi Pdm), assessore regionale all’agricoltura e un consigliere regionale dei Ds, Antonio Acri.
Il 19 ottobre 2007 la procura di Catanzaro, nella persona di Dolcino Favi (avvocato generale dello Stato e procuratore generale reggente a Catanzaro), ha avocato a sé, per presunta incompatibilità, l’inchiesta, sottraendola a de Magistris. ----------------------
Il Pg facente funzioni ha inoltre disposto che la notizia venisse ufficialmente comunicata al P.M. solo il 22 ottobre.
De Magistris dichiarerà infatti in un’intervista a Repubblica di esserne venuto a conoscenza dalla stampa.
Giova ricordare che Favi, comunque, già nel 1989 era stato oggetto di attenzioni da parte del CSM e della Camera dei Deputati per «essere dedito a sistematiche violazioni di norme, in particolare di quelle poste a presidio dei diritti fondamentali dell’individuo».
Giova anche ricordare che Favi avocò "Why Not" giusto una settimana prima che scadesse la sua carica a procuratore e quando il CSM aveva già nominato il procuratore titolare, attuando l’avocazione in una forma particolarmente aggressiva (facendo, cioè, aprire, a insaputa del PM, la cassaforte dell’ufficio, prelevandone tutti gli atti d’inchiesta).
Infine anche la presunta incompatibilità sostenuta da Favi (riguardante l’iscrizione sul registro degli indagati il ministro Mastella, che aveva chiesto il trasferimento di de Magistris), si è rivelata inesistente poiché Mastella era stato iscritto come senatore, e che le intercettazioni disposte dalla procura (come risulterà, a febbraio 2009, dai giudici di Salerno) erano perfettamente legittime poiché non vi era modo di associare preventivamente l’utenza usata anche da Mastella ad un parlamentare. -----------------------
L'inchiesta Toghe lucane
De Magistris ha infine indagato sul caso denominato Toghe lucane. Secondo il giudice un "comitato d'affari" comprendente politici, magistrati, avvocati, imprenditori e funzionari avrebbe gestito grosse operazioni economiche in Basilicata.
La guardia di Finanza ha perquisito nei primi mesi del 2007 le abitazioni e gli uffici del sottosegretario allo Sviluppo economico Filippo Bubbico (Ds), del procuratore generale di Potenza Vincenzo Tufano, dell'avvocato Giuseppe Labriola e della dirigente della squadra mobile di Potenza Luisa Fasano.
Le ipotesi di reato addotte da De Magistris sono quelle di abuso d'ufficio per Tufano; corruzione in atti giudiziari e associazione per delinquere per Labriola; abuso d'ufficio per Fasano; abuso d'ufficio, associazione per delinquere e truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche per Bubbico che è stato presidente della Regione Basilicata.
Nell'inchiesta sono indagati uomini politici, amministratori, imprenditori, funzionari e magistrati in servizio in Basilicata (fra questi ultimi, uno ha lasciato la magistratura e altri sono già stati trasferiti in altre sedi dal Consiglio Superiore della Magistratura).
Bubbico, si legge nel decreto di perquisizione redatto dal pm di Catanzaro de Magistris, è "il punto di riferimento politico apicale, unitamente ad altri appartenenti alla politica", nel "comitato di affari" al centro dell'inchiesta. L'inchiesta avrebbe messo in luce, sempre a carico di Bubbico - che è stato presidente della Giunta regionale della Basilicata nella passata legislatura - "una logica trasversale negli schieramenti", con il "collante degli affari".
Successivamente per quasi tutti i più di 30 indagati da De Magistris è stata richiesta l'archiviazione o l'assoluzione.
Il ministro della Giustizia Clemente Mastella ha chiesto al Consiglio Superiore della Magistratura il trasferimento cautelare d'urgenza di de Magistris, per presunte irregolarità nella gestione del caso Toghe lucane.
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---------- In aprile 2009, Il Gip di Salerno Maria Teresa Belmonte ha prosciolto Luigi de Magistris (ormai dimessosi da mesi) dall'accusa di rivelazione di segreti d'ufficio e abuso d'ufficio nell'ambito di questa inchiesta.
Scelta che fa seguito alla decisione della Cassazione del 2 aprile di non spostare la sede del procedimento, dichiarando inammissibile il ricorso dell'ex coordinatrice della Dda di Potenza, Felicia Genovese, finita a sua volta nell'inchiesta "toghe lucane" ad opera dell'ex pm de Magistris.
Nel marzo 2011 l'intera inchiesta è stata infine archiviata dal gup di Catanzaro Maria Rosaria di Girolamo, che ha definito l'impianto accusatorio «lacunoso» e tale da non presentare elementi «di per sè idonei» a esercitare l’azione penale.
Tutti e trenta gli indagati sono così stati prosciolti. Nonostante le richieste dei mezzi d'informazione, de Magistris si è rifiutato di lasciare alcuna dichiarazione in merito. ---------------------
Il trasferimento
Il 21 settembre 2007, il ministro della Giustizia Clemente Mastella ha chiesto al CSM il trasferimento cautelare di de Magistris e del procuratore capo Mariano Lombardi. La richiesta venne proposta a seguito dell'istruttoria condotta dagli ispettori del ministero negli uffici giudiziari di Catanzaro e di Potenza: gli ispettori ritennero di aver rilevato "gravi anomalie" nella gestione del fascicolo "Toghe lucane", contestando a de Magistris il suo rifiuto a riferire gli sviluppi dell'inchiesta al procuratore capo Lombardi.
La notizia balza subito alle attenzioni della cronaca nazionale grazie al movimento Ammazzateci tutti, sceso subito in difesa del Pm promuovendo numerose manifestazioni di protesta contro la decisione e a sostegno di de Magistris in Calabria ed in tutta Italia.
Il CSM si è dapprima riservato di decidere il 17 dicembre 2007; successivamente ha rinviato la decisione, per approfondire ulteriormente la situazione, al 18 gennaio 2008.
In tale data è stato disposto il trasferimento di Luigi de Magistris da Catanzaro e dalle funzioni di pubblico ministero: si tratta di una pena accessoria rispetto alla condanna principale di censura.
La notizia è giunta, tra l'altro, il giorno seguente alle dimissioni del ministro Mastella. ------------------------- De Magistris, contemporaneamente, è stato assolto dall'accusa di non aver adottato le misure necessarie per impedire la "fuga di notizie" sull'inchiesta Inchiesta Why Not e da quella di aver avuto "rapporti disinvolti" con la stampa.
Il provvedimento non è immediatamente operativo, quindi sarà subordinato alla pronuncia definitiva da parte delle sezioni unite civili della Corte di Cassazione, di fronte alle quali il pm potrà richiedere l'impugnazione del verdetto del CSM.